Chi siamo
Professional Drive Academy
La storia di PDA
I corsi di formazione alla sicurezza stradale offerti da Professional Drive Academy includono programmi dedicati alla guida sicura, professionale, ecologica e sportiva. La competenza di PDA si basa sull’ampia esperienza del pluricampione Stefano Livio, che ha scelto di condividere la propria maestria per beneficiare gli altri e la società nel suo complesso. Come per la sua carriera da pilota il notevole successo di Stefano nella formazione è il frutto di anni e anni di lavoro dedicato ed appassionato.
Il core business di PDA
Il core business di PDA è costituito da un metodo in grado di traslare le qualità dei professionisti ai non professionisti. Tale metodo è avvalorato da un esperimento che si è svolto nel 2018 nell’autodromo di Modena con la Polizia di Stato. A seguito di questo esperimento è stato pubblicato un articolo di validazione scientifica
Esperti in formazione dal 1988
- Carlo Rossi Driving Camp
- Centro di Guida Sicura di Andrea De Adamich
- Scuola Speed Control di Andrea Pullè (in collaborazione con Subaru Italia, che mette a disposizione i mezzi necessari )
- S. Stohr centro di guida sicura BMW
- Scuola di guida sicura Mercedes/AMG
- Corsi Seat
- Responsabile dei corsi Ferrari per i loro clienti
- Referente didattico per la FAI Emilia (Fed. autostrasportatori Italia)
- Nel 2010 responsabile dei corsi ACI di guida sicura auto e mezzi pesanti presso l’autodromo di Franciacorta
- Ha collaborato con l’autodromo di Modena e di Cremona sempre nell’ambito della formazione di guida sicura
- Dal 2014 a oggi collaudatore Ferrari auto di serie
- Dal 2016 al 2018 ha collaborato con la Ferrari Driver Academy per la raccolta dati per la validazione del nuovo sistema oculomotorio
La parola a Stefano Livio
In questa video testimonianza Stefano Livio, Founder di PDA Professional Drive Academy, ci racconta la sua esperienza di pilota di successo e come, da questa sua enorme esperienza è nata PDA Professional Drive Academy ed il suo corso di guida professionistica e sicura.
Professional Drive Academy di Stefano Livio
La mission
La mission di PDA Professional Drive Academy consiste nel migliorare la sicurezza dei conducenti che utilizzano auto, moto e mezzi pesanti attraverso un percorso formativo innovativo, dinamico, accattivante e tecnologicamente avanzato. Migliaia di testimonianze riferiscono miglioramenti reali e stabilmente acquisiti.
La distrazione o mancata percezione sono gli elementi che causano la maggior parte degli incidenti. Concentrazione e conoscenza della giusta tecnica di guida, e soprattutto del coordinamento oculo-motorio, sono elementi fondamentali per evitare incertezze ed errori talvolta fatali.
I nostri Partner
DICONO DI NOI....
L’Autodromo di Modena è una continua sorpresa: ha già cambiato la sua configurazione con il nuovo disegno dell’ultima curva che evita l’intreccio della traiettoria ideale con quella di ingresso ai box, senza che il lungo curvone abbia perso il suo fascino, garantendo una maggiore sicurezza. Ed è quello che conta. Siamo tornati nella “terra del motor” per partecipare a un innovativo corso di guida sicura che potrebbe cambiare il sistema di apprendimento di tutti gli altri.
DOVE BISOGNA GUARDAREDi solito si insegna a seguire una traiettoria o a impostare una curva, piuttosto che ad evitare un ostacolo, ma nessuno finora ha mai spiegato dove bisogna guardare per scansare un pericolo. “L’occhio sulla sicurezza” è la prima scuola di guida sicura lanciata da Modrive che insegna a pilotare partendo dall’occhio. Di che si tratta? Di un corso che fa del “puntamento visivo” la tecnica di base. Quando siamo poco sicuri, stressati o impauriti cerchiamo di allargare il campo visivo, focalizzando più punti fuori dal parabrezza: per questo ritardiamo le decisioni e, quindi, rischiamo di diventare… pericolosi.
CIECHI PER 100 MILLESIMI DI SECONDOè proprio così, perché anche se non ce ne rendiamo conto, ci sono dei momenti in cui siamo addirittura ciechi. Abbiamo dei veri e propri buchi neri che durano 100 millesimi di secondo. E da cosa sono provocati? “Dai movimenti saccadici– spiega il professor Giorgio Giudetti, U.O. di Audio-Vestibologia all’Ospedale Ramazzini di Carpi – la saccade è un movimento oculare che consiste in rapidi movimenti degli occhi eseguiti per portare la zona di interesse a coincidere con la fovea, che è il punto massima acuità visiva nel fondo dell’occhio. Con una visione foveale avremmo un’alta visione dell’immagine al centro, ma tutto il resto non resterebbe definito. Più ci allontaniamo dalla Fovea e minore è la precisione di discriminazione. La visione periferica o ambientale, quindi, risulta meno precisa e riconoscibile”.
OCCHIO PIU’ VELOCE DEL CERVELLODurante il movimento saccadico l’occhio è molto più veloce del cervello che non riesce a memorizzare quello che è successo: ecco la ragione per cui ci troviamo al buio per 100 millisecondi. “In realtà continuiamo a vedere– precisa Giorgio Guidetti – succede perché il cervello ricostruisce una fluidità normale della visione, ma in effetti abbiamo un buco nero. C’è un processo di analisi più lungo, bisogna ragionare prima di decidere: è terribile!”.
GESTIRE I MOVIMENTIOgni volta che l’occhio fissa un punto, per seguirlo si muovono prima la testa e poi il resto del corpo. Insomma si moltiplicano i movimenti: se si sposta la testa ci sono più movimenti saccadici e, quindi, si è più “ciechi”. A Modena sostengono che è possibile gestire il fenomeno: l’uomo è in grado di controllare dove si deve guardare con dei movimenti che sono detti anti-saccadici. “Sono i più importanti– prosegue Guidetti – perché si dà un comando contrario a quella che si farebbe con un movimento oculare d’inseguimento lento”.
NUOVA METODOLOGIA DIDATTICAIl professor Guidetti all’Autodromo di Modena ha messo in pratica gli studi effettuati con Stefano Rigo dell’università di Trieste, inserendo nei corsi di guida sicura e sportiva, la nuova metodologia didattica. Partendo dall’occhio, infatti, è riuscito a migliorare la sicurezza di chi è al volante su strada e le prestazioni in pista attraverso la riduzione dei movimenti oculari rapidi.
IDEA DI STEFANO LIVIOL’idea è nata dall’incontro di due professionalità molto diverse: il professor Giorgio Giudetti e Stefano Livio, pilota professionista di gare GT, istruttore di guida sicura a Modena. “Tutto è cominciato in pista– racconta Guidetti – mentre Stefano mi stava facendo girare con una Ferrari. Ero teso, un po’ impaurito e, quindi, mi guardavo attorno. Insomma non riuscivo a concentrami sulla guida. Livio l’ha capito subito e ha iniziato a indicarmi dove dovevo fissare lo sguardo per tracciare delle traiettorie più corrette. E allora mi si è accesa una lampadina: perché non coniugare i miei studi con la sua competenza nella guida sicura?”.
OCCHIALI EYE TRACKINGIn questa fase, pertanto, non è tanto importante qual è la vettura che si usa per il corso (abbiamo usato una Fiat Punto) quanto gli strumenti utilizzati. Grazie alla collaborazione con SrLabs sono stati messi a punto degli speciali occhiali che sono dotati di micro-camere in grado di leggere, riflessi sulla lente, dove guarda chi li indossa e tutti i movimenti che si fanno con le pupille. Abbiamo indossato gli occhiali e, dopo un breve settaggio, abbiamo percorso due giri del tracciato alle porte di Marzaglia: un registratore digitale ha acquisito le immagini che poi sono state scaricate sul pc del professore.
DATI DI PARTENZA IMPRESSIONANTIRiguardando il “camera-car” sono emersi tutti i movimenti saccadici: un pilota genera un pallino rosso, mentre un guidatore non allenato che perde il punto di corda della curva determina delle estensioni colorate tanto più grandi quanto sono maggiori i momenti di “cecità”. Non basta sapere dove guardare, ma bisogna anche allenarsi. Se si riesce ad automatizzare certi movimenti mentre si guida, la fase blind si riduce drasticamente dai 100 mm/s ad appena 10 mm/s. E la riprova l’abbiamo avuta nei fatti: dopo una fase di training indoor siamo tornati in pista per percorrere altri due giri con la Fiat Punto.
ANCHE I RISULTATI SONO SCONVOLGENTIStefano Livio, intanto, aveva fatto mettere un birillo nel punto di corda di ogni tratto curvo del tracciato, offrendo un “puntamento visivo” a chi era alla guida. E i risultati sono stati semplicemente sbalorditivi per tutti i partecipanti all’iniziativa che hanno imparato dove guardare, evitando inutili movimenti della testa e del corpo. La statistica del professor Guidetti parla chiaro: prima di iniziare il corso in media si registrano da 78 a 83 movimenti saccadici, con un tempo sul giro variabile fra 1’40” e 1’46”. Quando si torna in pista chi non è stato sottoposto al corso ripete i valori precedenti movimenti (84), confermando anche il tempo sul giro. La musica cambia per chi ha acquisito la tecnica corretta: i movimenti saccadici scendono a 57, mentre il tempo sul giro cala a 1’26”. E tutto questo senza aver ancora iniziato la didattica tradizionale…